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Spaghetti, pollo, insalatina

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Archivi tag: stracchino

La frutta in padella 2: risotto all’arancia

23 lunedì Dic 2013

Posted by stefaniabuc in Primi

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Tag

arancia, cina, India, riso, spumante, stracchino


Vi avevo detto che non era finita qui con la frutta in padella!
Ancora un primo e ancora l’arancia.
Un piatto semplice ma completo.
Riso all’arancia

Ingredienti
400 gr. di riso
1 bicchiere di succo d’arancia
1 bicchiere di spumante secco
200 gr. di stracchino
olio

Fate soffriggere nell’ olio le striscioline di buccia d’arancia (quantità a piacere)
e fate sempre attenzione a eliminare la parte bianca amara.
Aggiungete il riso e fatelo tostare.
Unite il succo d’arancia e fatelo evaporare.
Poi aggiungete lo spumante.
Quando anche lo spumante è evaporato, continuate a far cuocere il riso versando del brodo caldo.
Quando il riso è arrivato a cottura, aggiungete lo stracchino e spegnete il fuoco. Mescolate finchè lo stracchino non si è sciolto completamente.
Lasciate riposare un paio di minuti prima di servire.
Tocco finale: a piacere potete decorare il risotto con spicchi di arancia disposti lungo il bordo della zuppiera.

Un proverbio cinese recita: “Mangia il tuo riso, al resto penserà il cielo”.


Sì. Il riso costituisce proprio il cibo principale per circa la metà della popolazione mondiale e viene coltivato in quasi tutti i paesi del mondo.
Le varietà più antiche risalgono addirittura a 12.000 anni fa. Se ne trovano tracce lungo le pendici dell’Himalaya .
Non ci meravigliamo quindi se sono nate tante leggende che hanno come protagonista il riso, dono degli dei agli uomini in difficoltà.
Un’antica  leggenda cinese  racconta che il  Genio della campagna, impotente e disperato perché non sapeva sfamare il popolo colpito da una terribile carestia, si strappò i denti e li gettò al vento. I denti finirono in una palude e lì si trasformarono in semi e i semi diventarono tante piantine verdi.  Tolta la buccia ai frutti vennero fuori migliaia di chicchi di riso che per la loro brillantezza e  bianchezza ricordavano i denti dello spirito benefico. Così sarebbe nato, secondo i cinesi, il cibo che da allora ha continuato a riempire le loro mense  e quelle di tutto l’Oriente.
Ancora una leggenda ambientata in India dove il riso costituisce uno dei principali alimenti.
Si racconta che il dio Shiva si innamorò di una bellissima fanciulla, Retna
Dumilla, e le chiese di diventare sua sposa. La ragazza rispose che sarebbe stata sua moglie solo se il dio avesse creato un cibo che avrebbe potuto mangiare ogni giorno senza stancarsene. Shiva fece vari tentativi  ma furono tutti inutili perché la fanciulla aveva gusti difficili. Allora il dio, adirato, costrinse la fanciulla a sposarlo con la forza. La giovane morì di dolore, ma dopo quaranta giorni sulla sua tomba comparvero di notte delle piccole luci e da quelle luci al mattino spuntarono tanti piccoli germogli. Commosso, Shiva diede a quelle piante il nome di Pari, cioè riso. Quella pianta avrebbe dato agli uomini l’alimento che Retna Dumilla aveva richiesto, un cibo raffinato che si potesse mangiare ogni giorno.

Volete saperne di più su questo cereale?
Ecco un intero sito dedicato al riso.

 

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La frutta in padella 1: lasagna all’arancia

22 domenica Dic 2013

Posted by stefaniabuc in Inventa la ricetta, Primi

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Tag

arancia, lasagna, latte, pasta, stracchino


Continuiamo a mettere in padella la frutta. Io amo l’agrodolce. Amo l’asprezza degli agrumi che viene mitigata dalla pasta, dalla carne, dalle verdure.
Prendiamo l’arancio, uno dei miei frutti preferiti in cucina.
La stagione è quella giusta. È un agrume ipocalorico, ricco di vitamina C. Contiene calcio, magnesio, fosforo.  E’ un ottimo insieme di sostanze nutrienti utili alla salute.

E stavolta facciamo una lasagna.

Ingredienti:
1 arancia
20 gr burro (oppure due cucchiai di olio)
100 ml panna fresca
50 gr parmigiano grattugiato
sale
pepe
noce moscata
3 tuorli d’uovo
pasta sfoglia fresca
stracchino


Lavate bene l’arancia, asciugatela e pelate la scorza con un pelapatate. Cercate di eliminare la parte bianca per evitare che  la preparazione abbia un sapore amaro. Tagliate le scorze d’arancia a listarelle sottili. Fate fondere il burro in un tegame (io preferisco sempre l’olio), aggiungete i filetti d’arancia e lasciateli dorare per qualche minuto.
In una ciotola versare i tre tuorli d’uovo e la panna. In alternativa alla panna si può sempre usare il latte. Amalgamate gli ingredienti.
Aggiungete il pepe bianco, il sale, il parmigiano grattugiato, la noce moscata e sbattete il composto fino a renderlo una crema omogenea non molto liquida.
In un altro tegame sciogliete sul fuoco lo stracchino con un po’ di latte e succo di mezza arancia.
Ungete una teglia con olio. Fate uno strato di pasta sfoglia precedentemente lessata. Coprite con la crema di uovo e panna, un po’ di scorzette d’arancia e parmigiano.
Aggiungete  un altro strato di pasta e copritelo con la crema di stracchino, le scorzette d’arancia e il parmigiano.
Continuate con questa alternanza  fino a esaurimento degli ingredienti (4 o 5 strati al massimo).
Concludete con la crema di stracchino, le  scorzette di arancia  e il parmigiano. Decorate l’ultimo strato con pezzetti di stracchino.
Infornate a 200° per 30 minuti circa. Come al solito la cottura varia a seconda del  forno. La lasagna è pronta quando la superficie è dorata.
Possiamo anche variare la ricetta. La lasagna diventa pasta al forno semplicemente sostituendo la pasta sfoglia con la pasta corta (ottimi i sedani o le penne grandi). Anziché alternare gli strati, si cuoce la pasta al dente e si condisce con la crema di uovo e panna, la crema di stracchino e le scorzette di arancia. Si versa in una teglia  e si decora la superficie con le scorzette, i  pezzetti di stracchino e parmigiano a volontà.

Qualche curiosità sull’arancio?
Nella mitologia greca le arance vengono descritte come le “mele d’oro” del giardino delle Esperidi. Esiodo racconta che l’albero dei frutti d’oro, simbolo di fecondità  e amore, fu portato in dote da Giunone in occasione delle sue nozze con Giove il quale , per paura che qualcuno potesse sottrarre questo dono prezioso, lo custodì in un giardino sorvegliato dalle ninfe Esperidi, fanciulle dal canto dolcissimo.
Sembra  che l’albero dell’arancio abbia origine in Cina dove questa pianta è nata dalla mutazione della pianta dell’arancio amaro. Furono gli Arabi a introdurre le arance nell’Europa mediterranea dopo aver conosciuto questi frutti presumibilmente in India. Gli  Arabi contribuirono alla loro coltivazione con nuove tecniche di irrigazione  e di coltivazione. Nel IX-XI secolo d.C ,durante la loro dominazione in Sicilia, iniziarono qui la coltivazione favoriti dal clima locale e dalla fertilità del suolo.
L’offerta di  arance il primo giorno dell’anno significa augurio di felicità, prosperità e abbondanza. Nei paesi di religione cattolica  i frutti e i fiori sono considerati simbolo di purezza e generosità, tanto che proprio i fiori d’arancio vengono utilizzati come addobbi floreali nei matrimoni a indicare la purezza della sposa.

Un suggerimento per la casa?
Per togliere gli odori e avere un forno profumatissimo , dopo averlo pulito, cuocete alcune bucce di arancia a 180°. Risultato garantito!

E non finisce qui …

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Stefania

l'autrice di questo blog

Grazie a Fred Bongusto e a Franco Migliacci per la generosità con cui mi hanno concesso le loro famose parole per il titolo di questo blog: l’incipit della canzone “Spaghetti a Detroit”.

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